PSICOTERAPIA INFANTILE
Se l’ascolto dello psicoterapeuta è rivolto alla persona, alla comprensione del suo disagio, e se lo scopo del suo intervento è quello di alleviare e risolvere il malessere che la persona avverte dentro di sé, questo è altrettanto vero per quanto riguarda il bambino.
I bambini non chiedono direttamente un aiuto psicologico, tuttavia è sorprendente quanto un bambino, anche molto piccolo, possa essere capace di comunicare ad un terapeuta ciò che prova, e di sviluppare la fiducia di sentirsi compreso. Può accadere che il bambino stia attraversando con qualche difficoltà una tappa evolutiva per lui particolarmente faticosa, spesso appesantita da eventi che coinvolgono il suo ambiente familiare: da quelli più naturali ed inevitabili, a quelli di portata gravemente traumatica.
- la nascita di un fratellino
- l'inserimento nella scuola materna o elementare
- la separazione dei genitori
- perdite significative o lutti
- episodi di violenza domestica...
Può accadere che per il bambino alcuni eventi possano determinare difficoltà più serie, capaci di generare sintomatologie preoccupanti e invalidanti. Pensiamo a bambini che possono presentare disturbi quali:
- ansia da separazione dalle figure genitoriali
- aggressività nei confronti dei coetanei e atteggiamento oppositivo- provocatorio nei confronti degli adulti
- iperattività
- eccessive paure, ansia, timidezza
- fobia scolastica
- autolesionismo
- comportamenti sessualizzati
- disturbi alimentari o del sonno
- ritardo nell'apprendimento
L’approccio psicoterapeutico ad orientamento psicoanalitico, tiene sempre conto di come il bambino stia affrontando il processo evolutivo, e – dopo un’attenta valutazione – viene proposto un progetto terapeutico che ha lo scopo principale di aiutare il bambino a riprendere in modo adeguato il suo percorso di crescita. Questo può comportare interventi brevi e circonstanziati nel tempo, attraverso sedute a frequenza settimanale, o trattamenti più intensivi e prolungati.
E nell’incontro con il piccolo paziente, l’attenzione dello psicoterapeuta – pur non ignorando mai il problema specifico o il sintomo – guarda al bambino nel suo insieme, cioè agli aspetti problematici o disarmonici del suo sviluppo affettivo e cognitivo, ma anche alle sue risorse. Aiutandolo a consolidare la sua innata capacità di evolvere.
Nel lavoro con il terapeuta si genera un’alleanza che permette gradualmente al bambino di esplorare – con i propri ritmi e le proprie modalità – temi passati e attuali, consci ed inconsci, che lo fanno soffrire o frenano il suo vivere nel presente.
Naturalmente, la psicoterapia infantile – nell’intervento con il paziente – non fa ricorso all’impiego della parola nella misura in cui questo avviene nella terapia dell’adulto: tanto più un bambino è piccolo, tanto più si esprime preferibilmente attraverso il gioco: questo è il mediatore principale nella relazione tra terapeuta e piccolo paziente, e per questa ragione lo psicoterapeuta infantile dispone sempre di uno studio adatto al gioco, offrendo al bambino numerosi stimoli e possibilità di espressione.
Il ruolo del genitore, durante il percorso terapeutico del bambino, è fondamentale per la sua buona riuscita. Per questo sono previsti incontri regolari con i genitori: lo scopo è quello di un aggiornamento costante e un sostegno – durante le fasi del processo di cambiamento – riguardo ai possibili effetti che il cambiamento determinerà nel quotidiano familiare