PsicoterapiaGenova

La sigla LGBTI è utilizzata come termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Intersessuali. Questo acronimo può essere utile da un punto di vista pratico e politico “ma può risultare inadeguato ad esprimere l’ampia gamma e le peculiarità delle nostre sessualità” (Lingiardi, 2012,2015).

La psicoterapia psicoanalitica è un incontro tra due persone – il paziente e lo psicoterapeuta – interessate a esplorare insieme il funzionamento della mente del paziente per come si esprime nella loro relazione, esplorazione finalizzata a permettere l’emergere delle libere potenzialità affettive e rimarginare vecchie e ancora dolenti ferite iscritte nella storia iniziale del paziente. 

È evidente quindi che la psicoterapia psicoanalitica non ha finalità correttive o psicoeducative. Potrebbe quindi sembrare fuorviante parlare di psicoterapia LGBTI, come se dovessero esserci tecniche e indicazioni specifiche.

Emerge però da varie ricerche sia italiane sia internazionali che in molti professionisti della salute mentale permangono pregiudizi negativi spesso inconsapevoli nei confronti di individui omosessuali e pregiudizi positivi nei confronti di individui eterosessuali (Bartlett, Smith, King 2009; Lingiardi, Nardelli 2011).

Per anni in ambito psicoanalitico, si è ritenuto che la scelta omosessuale fosse un fallimento nel processo di sviluppo, cercando di collegarlo a contesti infantili negativi o traumatici: attaccamenti morbosi alle madri, padri assenti…

Attualmente è chiaro che qualunque orientamento sessuale è così complesso che nessun fattore unico (ambientale, genetico, temperamentale) può esserne totalmente responsabile: ‘tra ambiente, esperienza, struttura e funzionamento cerebrale esiste un circuito di interdipendenza capace di promuovere modifiche in entrambe le direzioni’ (Lingiardi, 2011).

Non esiste una sola omosessualità come non esiste una sola eterosessualità e allo stesso modo esistono tante forme sane e tante forme patologiche di esprimere la sessualità, che è ‘un potente organizzatore dell’esperienza’ (Stephen Mitchell, 1988).

Ed è così anche per quanto riguarda il funzionamento della psiche nel suo complesso: la sanità o la patologia mentale non dipendono dal proprio orientamento sessuale.

“Esistono infinite varianti identitarie e sessuali, così personali, imprevedibili, idiomatiche, da rendere triste e angusto il tentativo di richiudere i un cromosoma o in un tinello edipico il percorso di un’identità e di un desiderio” (Lingiardi 2015).

Fatte queste necessarie premesse, i terapeuti del Consultorio CSTCS, sono consapevoli dei rischi insiti nei pregiudizi e attraverso:

sono in grado di offrire un ascolto rispettoso, una partecipazione attenta che tenga conto del minority stress (insieme dei disagi psicologici derivanti dall’appartenere ad una minoranza), della paura di esclusione sociale, della fatica inerente alla ricerca della propria verità interiore, in particolare quando non “allineata” al consueto.